Melagrana e malattie tumorali

La melagrana, detta anche granata, è il frutto che si ricava dall’arbusto melograno e di cui già Ippocrate, padre della Medicina, ne individuò gli effetti “medicamentosi” sulla salute dell’uomo.

Per le sue proprietà antibatteriche, gastroprotettive e diuretiche è un frutto che si rivela utile in numerose affezioni: dalle sindromi da raffreddamento (per la presenza di Vit. A e C) ai disturbi della microcircolazione capillare, oltre ad avere azioni protettive sulla funzionalità cardiovascolare, intestinale, neurologica e sull’invecchiamento.

A livello cardiologico, il succo di melagrana, se assunto regolarmente, ha dimostrato un’azione anticoagulante diuretica e drenante tissutale. Riduce il colesterolo–LDL (“cattivo”) e aumenta quello buono (colesterolo–HDL);

La sua azione ipoglicemizzante riguarda invece il frutto consumato in chicchi, meglio evitare il succo troppo ricco di zuccheri.

La melagrana è indicata anche nel contrastare gli episodi di diarrea, viste le sue proprietà astringenti dovute al contenuto di tannini.

Molto interessante l’effetto positivo che il succo di melagrana svolge sulle malattie oncologiche.

Diversi studi concordano nel riconoscerle questa proprietà, specialmente nel tumore della prostata, del seno, della cute, dei polmoni e del colon. In questi organi, infatti, il succo di melagrana, per la presenza dell’acido ellagico, inibirebbe la proliferazione delle cellule cancerogene e gioverebbe nel ridurre i tempi di recupero post radio o chemioterapia. Inoltre, in virtù della grande biodisponibilità del suo ferro, si rivela utile nelle anemie sideropeniche e nelle piastrinopenie, viene quindi impiegata con successo nelle forme leucemiche e nel trattamento con farmaci antiblastici.

Per sfruttare al meglio le proprietà di questo frutto ecco come associarlo:

150 gr di filetto ai ferri,

puntarelle di cicoria oppure due indivie belghe ai ferri,

una melagrana.